Jul 6, 2009

Lo Sventurato Uccellino Zampagrossa


Immaginate di vivere felici in un posto bellissimo, lassù in mezzo alle montagne. Immaginate di trascorrere la vostra giornata cantando allegre canzoni, mangiando a crepapanza cibo nutriente e svolazzando felici su e giù per i pascoli – a quelli che hanno un’età simile alla mia verrà in mente Heidi con il nonno ed il fedele cane Nebbia, ma qui non siamo sulle Alpi, bensì sugli altipiani del Kenya.

Immaginate ora che un giorno arrivano dei tizi con un bulldozer e vi tirano giù la casa senza chiedervi il permesso. I vostri bellissimi pascoli alpini vengono trasformati in infinite distese di cavoli (verdura indigesta ed insipida che voi odiate), e di cibo nutriente non se ne parla proprio più. Heidi probabilmente mangiava emmental e cioccolato al latte, voi invece preferite succosi mosconi e grasse formiche, ma la sostanza non cambia: a letto senza cena!

Se avete immaginato tutto questo, siete a buon punto per immedesimarvi nei panni dello Sventurato Uccellino Zampagrossa, per la scienza Macronyx sharpei.

L’Uccellino Zampagrossa è endemico degli altipiani del Kenya, ossia vive solo lì, in un’ area più piccola della provincia di Asti, ed è superspecializzato per vivere nei pascoli montani. La zampagrossa serve per camminare sul tappeto dei fili d’erba intrecciati senza cadere giù dai buchi. Anche il piumaggio, giallo e bruno, è altamente mimetico, ed il nostro amico per sfuggire ai predatori preferisce camuffarsi in mezzo ai ciuffi d’erba piuttosto che volare via. Volare, vola anche, ma in genere solo per cantare sopra al suo territorio, che in genere occupa circa un ettaro.

Fino a non molti anni fa, la stirpe degli Zampagrossa era numerosissima, grazie al perfetto adattamento alla vita in un habitat molto specializzato. Purtroppo, le praterie montane del Kenya sono anche molto adatte all’agricoltura, ed un crescente esercito di uomini affamati le sta trasformando in campi di cavoli e granoturco. La triste situazione è che in meno di 30 anni oltre l’80% delle praterie montane del Kenya sono state trasformate in campi coltivati, strade e villaggi, ed il trend per il prossimo futuro non accenna a diminuire, anzi… L’allegro cinguettio dello Zampagrossa è ormai raro, ed in un futuro non lontano potrebbe diventare solo un ricordo.

L’Uccellino Zampagrossa è uno dei temi ricorrenti delle nostre Borse di Studio Africane, fino dal primo anno e penso anche nel futuro. Per questo motivo mi è sembrato giusto raccontarvi qualcosa su di lui, ma per maggiori e più dettagliate informazioni potete andare a cercare sul blog (10,000 Birds) del mio amico Charlie Moores, con cui da un anno circa abbiamo forgiato un’alleanza per dare una mano a Zampagrossa. L’idea è semplice: noi crediamo che con un po’ di pianificazione ed una buona dose di creatività, sia possibile inventare delle soluzioni che permetteranno a tutti di vivere in santa pace. È possibile trovare delle alternative agli sterminati campi di cavoli dove Zampagrossa non riesce a sopravvivere. Noi pensiamo che queste alternative siano ottime, sia per i cuccioli di Zampagrossa che per i cuccioli d’uomo.

Le idee che abbiamo nel pentolone per salvare Zampagrossa sono molte, ma quelle a cui avete contribuito con le vostre donazioni finora sono due, ossia le borse di studio di Sammy Bakari e Dominic Kimani, due giovani squattrinati e volonterosi naturalisti kenyani. In questi due anni (2007 e 2008), Sammy e Dominic con il nostro aiuto hanno viaggiato su e giù per gli altipiani, a piedi, in bici, in autobus, hanno parlato ai bambini nelle scuole, incontrato gli agricoltori nelle fattorie, mappato i territori di Zampagrossa nelle praterie e spiegato alla gente che nei loro campi vive un animale unico al mondo che rischia di sparire per sempre.

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